Uno degli obiettivi primari della nostra attività è quello di andare oltre il semplice gioco del calcio, intendiamo infatti mettere in evidenza che il nostro credo no profit si concretizza con la rinuncia statutaria al premio preparazione.

Per i neofiti, spieghiamo che si tratta di una norma federale che prevede il pagamento di una determinata cifra a carico della società che decide di tesserare un giovane diciasettenne proveniente da una diversa squadra che lo ha formato durante la carriera giovanile.
La norma venne creata al fine di porre fine al saccheggio delle società professionistiche (senza vivaio) a danno delle squadre giovanili. Principio corretto, ma fine sbagliato. La norma, infatti, ha finito per ritorcersi contro gli atleti i quali vedono la propria carriera improvvisamente inibita a causa dell’indisponibilità economica della società interessata, portando, pertanto, le famiglie a sobbarcarsi l’onere di tale prezzo.


Nel nostro statuto societario dichiariamo di rinunciare a qualsiasi diritto in merito al premio preparazione.

Per noi la formazione dell’atleta è già stata onorata negli anni di scuola calcio attraverso le quote mensili pagate dalle famiglie. Non ha infatti senso che, dopo anni di scuola calcio lautamente finanziati dai genitori, questi ultimi debbano poi sobbarcarsi un’ulteriore balzello, tra l’altro neppure risibile, allo scopo di liberare il figlio da un assurdo quanto anacronistico vincolo.
Inoltre, non di poca importanza, sono le conseguenze che portano tale problematica. Infatti, tale bivio, porta nella maggior parte dei casi all’abbandono dell’attività sportiva da parte dei  giovani.

Non potendo cambiare la norma, possiamo rinunciare di nostra spontanea volontà al pagamento di tale premio, per dare prova della bontà del nostro progetto e dell’idee e valori che lo guidano.

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